mercoledì 30 novembre 2011

IL FATTO STORICO DI RODERO

Il 15 Maggio 1796 Napoleone Bonaparte entrò in Milano alla testa delle truppe francesi e tale entrata portò due conseguenze per la nostra terra.
La prima, senza dubbio la più positiva, fu che nel giugno 1800 arrivò con l’armata napoleonica Henry Beyle detto Stendhal il quale scoprì l’affinità per il nostro paese tanto da ambientare qui uno dei suoi romanzi più coinvolgenti, "la Certosa di Parma" (nel quale, così descrive il Lago: - "...e il brusco promontorio che separa i due rami del lago - quello di Como, sontuosamente affascinante, e quello di Lecco, più austero. Sono luoghi di una bellezza nobile, elegante, paragonabili, e non inferiori, al paesaggio più famoso del mondo, quello del golfo di Napoli").
La seconda, quella che più direttamente ci interessa, fu che Napoleone, figlio dell’Enciclopedia di Diderot, portò con sé la volontà illuministica di tutto catalogare, di raccogliere organicamente e sistematicamente tutto in leggi, i Codici, che rappresentavano l’obiettivo della scienza giuridica illuministica e degli stati accentrati. Il Codice Napoleonico esercitò una notevole influenza su tutta la legislazione Italiana dell’Ottocento e si trova ancora, almeno come mentalità di "tutto catalogare", nella legislazione della Comunità Europea (pensate alle pagine e pagine di leggi sul diametro dei piselli o sulla lunghezza delle banane e nefandezze varie).
Mi accorgo di divagare, ma questa lunga premessa serve perché, a causa di questa impellente necessità di razionalizzare l’esistente, i Francesi decisero di modificare il confine Italo-Ticinese: oh, nulla di speciale, il confine reggeva bene già da tre secoli e, ma i Francesi non potevano ovviamente saperlo, è l’unico confine Italiano che negli ultimi cinque secoli non è mai cambiato e questo vorrà pur dire qualcosa, la modifica dicevo, riguardava solo il piccolo Comune di Rodero.
Come ben sapete Rodero si trova al limite Ovest della Provincia di Como, gravita sul Valico del Gaggiolo ed è su un colle, detto di San Maffeo, con la sua Chiesa ed una torre che è un po’ il nostro nuraghe, limitato dalla Valle del torrente Lanza: nulla da dire a proposito, geograficamente è più Svizzera che Italia, i Francesi cartesiani e rivoluzionari avevano le loro giuste ragioni ad assegnare Rodero alla Svizzera; però essendo libertari, egualitari e fraterni lasciarono che fossero gli abitanti di Rodero a decidere liberamente per il loro futuro.
Votazioni universali, visto il periodo storico, neanche parlarne ma i roderesi stabilirono saggiamente che fossero gli anziani a decidere in quale Stato Rodero sarebbe stato collocato ed i Senatori, mai termine fu più appropriato, decisero.
Dopo un periodo non si sa quanto lungo, su una panca posta nel centro del piccolo paese, gli anziani ponderarono i pro e i contro con la consapevolezza di influire sul futuro dei propri discendenti ed infine emisero la sentenza, sentenza che per sintesi e concretezza avrebbe sicuramente fatto invidia al Senatus dell’Urbe ed alla lingua latina:
  • Meii in coo all’Italia che in cuu alla Svizzera* -
  • (*Per i non lombardi: meglio in testa all’Italia che nel sedere della Svizzera.)
Per la correttezza storica dissero Meii in coo a Milan che in cuu alla Svizzera, ma non erano leghisti ante marcia, la scelta doveva essere fatta fra Repubblica Cisalpina e Svizzera, l’Italia era ancora nel libro dei sogni; comunque, non ho dubbi su chi avrebbero scelto fra Italia e Svizzera.
Vorrei fare due considerazioni come commento a questo fatto storico.
La prima è che a me, sempre vissuto a Ronago, paese circondato per due terzi dalla Svizzera e che ho quindi già rischiato di diventare Svizzero nel 1500 (quando il Ticino si staccò dalla Lombardia), i Roderesi, che questo rischio l’hanno corso per ben due volte, sono naturalmente simpatici, non ho verso di loro quelle rivalità campanilistiche che pur possiedo in quantità industriale.
Come seconda osservazione mi piace pensare che i Senatori di Rodero prima di decidere avessero davanti agli occhi la visione, come un film, delle conseguenze della loro decisione e la storia futura dei due Paesi; quindi poter vedere da una parte due guerre mondiali, qualche guerra risorgimentale e coloniale una colonna sonora contraddistinta da un sottofondo di "rebelot" istituzionale e sociale e dall’altra parte la tranquillità come costante perpetua, gli gnomi di Zurigo e l’orologio a cucù. La scelta razionale poteva essere una sola ed invece hanno scelto le ragioni del cuore, muscolo irrazionale e dal movimento involontario, perché non si può dimenticare le proprie radici neanche se si trovano su un terreno scosceso ed arido e ti trovi vicino ad una fertile pianura.

A me piace pensare che gli Anziani di Rodero abbiano fatto questo ragionamento prima di decidere e che la forza dei legami con la propria terra sia prevalsa sulla possibilità di ipotecare la sicurezza futura.